Decreto Alitalia, nuovo prestito da 400 milioni di euro per salvare la compagnia

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Il decreto legge n. 137/2019 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 282 del 2 dicembre 2019.

E’stato approvato pochi giorni fa dalla Camera dei Deputati e dal Senato, il decreto per salvare Alitalia con un nuovo prestito ponte da 400 milioni di euro. Il decreto legge recante “Misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia – Società Aerea Italiana S.p.a. e Alitalia Cityliner S.p.a. in amministrazione straordinaria” è stato approvato pochi giorni fa da Palazzo Chigi al fine di consentire «l’espletamento, entro il 31 maggio 2020, delle procedure per il trasferimento dei complessi aziendali facenti capo al gruppo Alitalia in amministrazione straordinaria».

Il testo conferma sostanzialmente il finanziamento a titolo oneroso di 400 milioni di euro già previsto dal d.l. 124/2019 (decreto fiscale). 

Il testo era arrivato a metà Dicembre alla Camera, con la novità della nuova “deadline” semestrale per la restituzione del denaro accompagnata dalla convinzione del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che con questa ultima tranche di prestito e “anche con la riformulazione del pagamento degli interessi del Mef, che libera cassa per ulteriori 150 milioni”, Alitalia “può arrivare alla conclusione della procedura di amministrazione straordinaria”.

L’altra data cerchiata in rosso sul calendario è quella del 31 maggio prossimo, il termine dato al nuovo commissario Giuseppe Leogrande per espletare la procedura di cessione della compagnia in crisi. Una strada “in salita”, secondo il Ministro, ribadendo d’altra parte il mandato di garantire l’integrità dell’azienda, ovvero niente spezzatino, e la salvaguardia dell’occupazione. Con un cambio di rotta rispetto al passato, invece, Patuanelli assicura “massima libertà d’azione” al commissario.

Bisognerà dunque attendere ulteriori 6 mesi per capire quale sia il destino della compagnia Alitalia e di tutti i suoi dipendenti. Un destino che però, ad oggi, sembra sempre più incerto

   Articolo a cura di Marco Luppi

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