SOUND OF METAL

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Ruben e Lou sono una coppia sia nella vita che sul palco, componendo il duo metal “Blackgammon”, lui batterista e lei voce e chitarra. I due sono impegnati in un tour che li porta a spostarsi a bordo di un camper. Un giorno durante le prove precedenti la serata del concerto, Ruben inizia ad avere alcuni problemi con l’udito. In seguito a un controllo più approfondito, il ragazzo scopre che ormai il suo udito è gravemente danneggiato e che l’unica soluzione per poter tornare a sentire è quella di indossare degli impianti cocleari. Il costo è piuttosto alto e Ruben deve rimandare l’operazione, e fino ad allora dovrebbe evitare l’esposizione a rumori troppo forti. Il ragazzo, però, non è disposto a interrompere il tour e solo dietro le insistenze di Lou, preoccupata non solo della salute fisica del fidanzanto, ma soprattutto di quella mentale, Ruben si ritirerrà in una comunità rurale per sordi, gestita da Joe, un sordo col passato da tossicodipendente.

“Sound of Metal” è un film del 2019 diretto da Darius Marder (“Come un tuono”, 2012) , presentanto in anteprima al Toronto International Film Festival e ora distribuito da AmazonPrime.

Il film è stato candidato agli Oscars in diverse categorie, aggiundicandosi quelle per “Miglior Sonoro” e “Miglior Montaggio”.

La regia di Marder è semplice e si presta completamente alla storia e alle interpretazioni dei suoi attori, fra cui spiccano il protagonista Riz Ahmed (“Lo sciacallo – Nightcrawler”, “Venom”) e Paul Raci nei panni di Joe, entrambi candidati per “Miglior attore protagonista” e “Miglior attore non protagonista”. Il lavoro compiuto dai due attori è incredibile, specie se si pensa che Ahmed ha studiato batteria e imparaso in sei mesi la lingua dei segni americana per potersi calare completamente nel ruolo. Questo lo rende un attore promettente e che potrebbe raggiungere molti ottimi risultati in futuro.

Paul Raci gioca, invece, in casa: figlio di sordi, l’uomo parte già avvantaggiato, ma ha alle spalle solamente piccoli ruoli nelle serie TV, e questo film sicuramente gli offre un’ottima opportunità per farsi conoscere. La potenza della sua interpretazione è infatti degna di nota e che gli sarebbe più che valsa la vittoria per la categoria in cui era candidato.

Una scelta di regia interessante è quella di esaltare anche le caratteristiche fisiche di Riz Ahmed: i grandi occhi dell’attore sono altrettanto protagonisti e grazie ai numerosi primi piani, Ahmed ha modo di comunicare anche tramite lo sguardo, tanto che il nome nella lingua dei segni di Ruben sarà “Gufo”.

Il sonoro di “Sound of Metal” aiuta a calarsi nei panni del protagonista, così da comprendere meglio la realtà dei sordi, non avvolta solamente dal silenzio assoluto, ma da suoni ovattati o distorti. Lo spettatore vivrà in prima persona il disorientamento della perdita improvvisa dell’udito, oltre che delle prime difficoltà che Ruben dovrà affrontare con la lingua dei segni. Appena arrivato in comunità il protagonista non comprende tale lingua e le scene dove i ragazzi sordi parlano sono prive di sottotitoli, fino a quando il batterista non padroneggerà la lingua. 

La sceneggiatura è originale ed è curata dal regista insieme a Abraham Marder, basata sulla storia di Derek Cianfrance, un ex batterista affetto da acufene, un disturbo uditivo, e ora regista e sceneggiatore.In “Sound of Metal” si tratta la sordità e chi ne è affetto con maestria ed enorme  dignità. Joe è l’emblema. Il capo della comunità ripete più volte che la sordità non è un limite, ma un nuovo modo di affrontare il quotidiano. Il tutor lotta con tutto se stesso per dare un luogo sicuro ai suoi ragazzi e per aiutarli ad accettarsi, così da vivere con serenità la propria condizione e riuscire a inserirsi nella società creata appositamente per loro. Joe ritiene che la sordità diventi un problema solamente quando chi per primo ne è affetto la percepisce come tale, ed è questo che cercherà di insegnare a Ruben. Ovviamente, il protagonista farà molta fatica ad accettare la nuova realtà perché la musica è quel filo connettore fra lui e Lou, la sua salvezza. La ragazza lo aveva già aiutato in passato a uscire dalla tossicodipendenza e sarà nuovamente centrale in questa nuova fase della vita di Ruben.

“Sound of Metal” è un film che consiglio caldamente di vedere perché fornisce un punto di vista nuovo e interessante sull’amore e sull’accettazione di sé.

Voto: 9/10

Articolo a cura di Sara Paterniani

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