Il tuo intelletto può confonderti, ma le tue emozioni non ti mentiranno mai.

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Il tuo intelletto può confonderti, ma le tue emozioni non ti mentiranno mai.

(Roger Ebert)

Ben ritrovati cari lettori,

continua il viaggio alla scoperta delle emozioni che, come visto nell’articolo precedente, sono punti di riferimento essenziali grazie ai quali il soggetto riesce a relazionarsi con la realtà circostante.

In particolar modo l’accento è qui posto sullo stretto rapporto esistente tra il “pensare” (ragionare) ed il “sentire” (dove tale termine può essere considerato affine al processo del percepire un’emozione) dell’individuo; concetti spesso considerati agli antipodi l’uno dell’altro.

Solitamente quando si parla della sfera emotiva di una persona si tende ad asserire che la stessa possa influire negativamente sul pensiero. Sotto l’aspetto epistemologico, infatti, all’emozione viene quasi sempre attribuito un effetto fuorviante in contrasto con l’esigenza di chiarezza e lucidità tipica del pensiero. In questo senso, però, non considerare l’aspetto relativo ai sentimenti presente nel binomio pensiero-emozione vuol dire trascurare una componente fondamentale che va direttamente ad influire sull’integrità della persona.

Come mai l’emozione è importante tanto quanto il ragionamento?

In primo luogo, perché essa conferisce all’individuo delle strutture di riferimento che gli permettono di attribuire nuove direzioni alla sua attenzione. In altri termini, il modo in cui la realtà è percepita dagli individui risulta sempre direttamente proporzionale a ciò che essi sentono.

In secondo luogo, perché l’emozione è in grado di orientare gli interessi della persona, conferendo agli stessi un valore. Nessun soggetto, infatti, si occupa di questioni senza che queste abbiano un minimo di significato per lui. Dunque, le strutture emotive alla base della costruzione psicologica dell’uomo influiscono sia sulle sue qualità di giudizio che di classificazione.

In questo senso, le emozioni possono essere intese come “una messa a fuoco” che ritirandosi sempre di più permette di inquadrare uno specifico oggetto che diventerà, per chi guarda, il suo interesse specifico.

Secondo quanto analizzato ogni forma di pensiero, che sia esso critico, creativo, valutativo ecc.., richiama, anzi necessita, di specifiche esigenze emotive che si pongono come base di partenza ad ogni ragionamento del soggetto. Credere che l’emozione possa allontanare il soggetto dal ragionamento “lucido” vuol dire non considerare una parte del ragionamento stesso.

Il “pensare” ed il “sentire” sono due facce della stessa medaglia. Nel prossimo articolo vedremo ancora meglio il perché.

Articolo a cura di Ilaria Genovesi

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