MARIA GORETTI, PATRONA DELL’AGRO PONTINO E DELLA GIOVENTU’
Oggi parleremo della storia di Maria Goretti (Corinaldo, 16 ottobre 1890 – Nettuno, 6 luglio 1902), venerata come santa e martire dalla Chiesa cattolica. Vittima di omicidio a seguito di un tentativo di stupro da parte di un ragazzo che viveva nella sua stessa casa, fu canonizzata nel 1950 da papa Pio XII.
CENNI STORICO-GENEALOGICI
La famiglia Goretti, originaria di Corinaldo nelle Marche, era composta dai coniugi Luigi Goretti (1859 – ?) fu Antonio e Assunta Carlini di genitori ignoti, entrambi coltivatori diretti, e dai loro sette figli: Antonio (morto infante), Angelo, Maria, Mariano (detto Marino), Alessandro (detto Sandrino), Ersilia e Teresa.
La vita della giovane Maria, fino al suo omicidio, non fu diversa da quella dei figli di molti lavoratori agricoli che dovettero lasciare le proprie terre per cercare sostentamento altrove: analfabetismo, denutrizione, lavoro pesante fin dall’infanzia.
Secondo l’agiografia, la motivazione della proclamazione della sua santità furono in primo luogo il perdono concesso da Maria al suo uccisore poco prima di morire, perdono che condusse alla conversione di Alessandro Serenelli e poi alla decisione di entrare in convento dopo aver scontato 30 anni di carcere e, in secondo luogo, il proposito fatto a 11 anni, al momento di ricevere la prima comunione, «di morire prima di commettere dei peccati». Il corpo e le reliquie di Maria Goretti, venerata come “martire della purezza” la cui festa ricorre il 6 luglio, sono conservati a Nettuno, nel Santuario di Nostra signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti e a Corinaldo, in provincia di Ancona, dove è visitabile anche la sua casa natale. Non esistono sue fotografie e i ritratti visibili sono di fantasia o realizzati secondo le indicazioni dei parenti.
Articolo a cura di Lorenzo Cirelli