“Tuo figlio ti guarderà come modello: mostragli la versione migliore di te stesso.”

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Il concetto che si pone alla base dell’articolo odierno analizza il rapporto genitore-figlio, o insegnante/educatore-alunno, ponedonsi secondo l’ottica “dei grandi”. Infatti, a differenza della maggior parte degli argomenti fin qui trattati, che tendevano a prediligere il punto di vista del bambino, si cercherà di analizzare le situazioni educative secondo il punto di vista degli adulti.

In relazione a ciò è interessante analizzare il significato della parola “genitore” partendo da una cultura molto lontata dalla nostra: quella giapponese. Nel sol levante, infatti, si pensa che essere genitori voglia dire metaforicamente “salire sull’albero lontano e da lontano stare a guardare.” (l’analisi della parola ed il significato della stessa è stato tratto dal libro “Wa, La via giapponese all’armonia” di Laura Imai Messina, scrittrice italiana e docente in alcune delle più prestigiose università di Tokyo) .

Dunque, la spiegazione a ciò è molto semplice ed intuitiva, i giapponesi credono che ogni bambino debba affrontare in maniera autonona gli ostacoli che si pongono lungo il proprio cammino di vita ed il genitore, d’altra parte, debba intervenire solo quando strettamente necessario.

Facciamo, però, un passo indietro. È assolutamente veritiero il presupposto secondo cui un bambino DEVE andare in contro alle difficoltà, ma, allo stesso tempo, è anche rilevante come in tutto questo il genitore possa essere l’esempio concreto del come si affronta una data situazione.

I bambini, specie se molto piccoli, tendono ad osservare e inglobare sia quello che un genitore fa, o dice, nella vita quotidiana, sia come reagisce davanti ad una difficoltà. Se nel momento difficile quest’ultimo piange o si dispera il bambino tenderà a fare lo stesso; questo perché la nostra mente è in grado di riprodurre quanto appreso durante l’osservazione. In altri termini, “quando il bambino vede il genitore frustrato o arrabbiato il suo cervello immagina se stesso altrettanto arrabbiato” (Bilbao, 2021).

Dare il buon esempio, allora, risulta uno dei passaggi più importanti affinchè qualsiasi bambino sviluppi comportamenti e pensieri positivi. In ultimo è importante ribadire un concetto di massima importanza: dare il buon esempio non vuol dire mostrarsi perfetti, ma, bensì,vuol dire mettere in campo tutte quelle che sono le proprie caratteristiche al fine di mostrarsi semplicemente per ciò che si è.

Articolo a cura di Ilaria Genovesi

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