LOKI

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Dopo essere riuscito a sottrarre il Tesseract agli Avengers, Loki scappa, teletrasportandosi in un’altra nazione. All’improvviso, appaiono dei portali da cui fuoriescono delle guardie che, senza dare troppe spiegazioni, arrestano il Dio dell’Inganno e lo conducono alla Time Variance Authority.

Questa è un’organizzazione fondata dai tre Guardini del Tempo, il cui scopo principale è monitorare le linee temporali e impedire che le varianti, come Loki, ne alterino lo scorrere. Il figlio di Laufey farà il suo incontro con Mobius, un investigatore della TVA, che gli chiederà di collaborare per catturare una pericolosissima variante: ossia una variante di Loki stesso.

La nuova serie tratta dal Marvel Cinematic Universe, “Loki” è disponibile sulla piattaforma digitale Disney +, ed è ideata da Michael Waldron. Nel cast troviamo ovviamente Tom Hiddleston nei panni di Loki, affiancato da Owen Wilson che presta il proprio volto all’investigatore Mobius, regalando un’interpretazione inaspettata, dal momento che è spesso associato a ruoli comici.

La serie si compone di 6 episodi durante i quali Loki scoprirà il delicato ma rigido mondo delle linee temporali e dovrà affrontare sé stesso, letteralmente e metaforicamente. Troviamo, infatti, riferimenti al mito di Narciso e alle tematiche più attuali come la fluidità di genere, trattata con un approccio piacevole e non politically correct.

Sicuramente, il Dio dell’Inganno è uno degli antagonisti più apprezzati del MCU dal pubblico, capace di affascinare e divertire, ma anche di suscitare molta empatia. Nel primo film di “Thor” del 2011 diretto da Kenneth Branagh, il personaggio di Loki è stato costruito e presentato in maniera completa e approfondita, mostrandone fin da subito pregi e difetti, come il costante conflitto sulla propria identità e il senso di appartenenza.

Su questa falsa riga, anche la serie Disney + affronta il dramma di un personaggio ambiguo, pieno di sfumature, che oscilla costantemente fra i concetti di “bene” e di “male”. Questo dualismo emerge sia dal rapporto con Mobius che con le diverse varianti di sé stesso che incontrerà nel proprio arco di trasformazione.

Il ritmo dettato dalla serie è un crescendo sempre più coinvolgente (seppure l’episodio 3, Lamentis, sia più un filler) che tiene incollato lo spettatore allo schermo.

Visione consigliatissima.

Voto: 8/10

Articolo a cura di Sara Paterniani

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