L’Emilia-Romagna frena l’avanzata leghista. Il centrodestra trionfa in Calabria.
In Calabria il centro destra fa bottino pieno ed elegge Jole Santelli, neo presidente in quota Forza Italia.
La Lega ha perso il suo “referendum” sull’Emilia-Romagna, la regione dove il suo Segretario Matteo Salvini ha trascorso le ultime settimane di una campagna elettorale a tratti martellante, con momenti di relax tra “gattini” e citofoni dei cittadini.
Il candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini è stato così riconfermato Governatore dell’ Emilia-Romagna. Netto il vantaggio sulla leghista Lucia Borgonzoni. Terzo, staccato, il 5Stelle Simone Benini. A scrutinio ormai completato, Bonaccini è al 51,4 per cento contro il 43,6 della sua principale avversaria.
Un risultato attesissimo, quello emiliano-romagnolo, da cui molti facevano dipendere la sopravvivenza stessa del governo. La vittoria di Bonaccini è arrivata dopo settimane di testa a testa nei sondaggi, grazie anche a un’affluenza record ( 63,2 %). Netta invece l’affermazione del centrodestra in Calabria, dove vince la forzista Jole Santelli, che ha il 55,3% contro il 30,1% di Pippo Callipo a spoglio concluso. Sia in Emilia-Romagna che in Calabria crollano i 5Stelle, intrappolati in una logica bipolare.
I RISULTATI IN EMILIA-ROMAGNA
“L’arroganza non paga mai”, ha commentato il governatore riconfermato. E ha risposto al mantra della campagna elettorale leghista sull’Emilia-Romagna da ‘liberare’. “Noi – ha detto Bonaccini – eravamo già stati liberati 75 anni fa”.
Il Pd in Emilia torna primo partito con il 34,6 per cento: un primato che gli era stato sottratto dalla Lega alle Europee e dai 5Stelle alle politiche del 2018.
Segue la Lega con il 31,9 e Fratelli d’Italia con l’8,6. La lista Bonaccini presidente ha il 5,7 per cento. I 5Stelle crollano al 4,7 per cento (avevano oltre il 27 per cento alle politiche). Ancora peggio va il loro candidato: Simone Benini (3,4), che non entra in consiglio regionale perché non ha preso voti sufficienti nella sua circoscrizione. Segno che una parte degli elettori grillini ha preferito il voto disgiunto. Molto male anche Forza Italia, al 2,59. Una curiosità: nonostante la propaganda salviniana a Bibbiano il partito democratico supera il 40 per cento e Bonaccini stravince sfiorando quasi il 60 %.
Un elemento di novità in Emilia-Romagna è stato sicuramente il Movimento delle Sardine che ha dato una scossa non indifferente alla Campagna Elettorale chiamando gli elettori Emiliano-Romagnoli alla mobilitazione, così come hanno riconosciuto sia i vertici del Pd che lo stesso riconfermato Governatore Bonaccini nel suo ringraziamento agli elettori.
I RISULTATI IN CALABRIA
Diverso il responso delle urne in Calabria, dove la destra ottiene un trionfo. La forzista Jole Santelli è al 55,3 per cento, Pippo Callipo – candidato del centrosinistra – al 30,1; Francesco Aiello (Cinquestelle) è al 7,4% mentre il candidato indipendente Carlo Tansi è al 6,3. Qui i 5Stelle si sono presentati con una civica e la soglia di sbarramento per le coalizioni è pari all’8 per cento quindi rischiano di non entrare in Consiglio. Anche qui il Pd, come in Emilia-Romagna, è il primo partito con il 16,3 per cento. Segue la Lega al 12,1. Forza Italia è all’12,8 per cento, con un testa a testa interno alla coalizione. Fratelli d’Italia all’11,2. I 5Stelle, che qui erano alleati con una lista civica, sono al 6,2 per cento.
Il dato più certo però, dopo la pubblicazione ufficiale dei voti, è che il Movimento 5 stelle viene punito dal proprio elettorato per le scelte e le politiche adottate nell’ultimo periodo, aprendo così una crepa all’interno e segnando la discesa del movimento.
Articolo a cura di Marco Luppi