Lo sviluppo sensoriale del bambino.

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Quando nasce il neonato attraversa una fase che è definita dagli esperti come “periodo critico” in cui viene ad esserci un progressivo equilibrio tra mondo cerebrale e mondo esterno.

Più precisamente, nella mente del bambino iniziano a svilupparsi precise strutture mentali che sono influenzate da due tipi di processi: quello di assimilazione e quello di accomodamento (da qui il richiamo a Piaget).

Il processo di assimilazione prevede che l’individuo sia in grado di assimilare conoscenza grazie all’esperienza. Mentre quello di accomodamento permette di sfruttare quelle stesse conoscenze anche in altre situazioni. Entrambi sono funzionali all’adattamento del soggetto nell’ambiente in cui vive e saranno presenti per tutta la sua vita.

L’analisi del percorso sensoriale del bambino evidenzia come alla nascita la capacità del neonato di avvertire o rispondere alle stimolazioni esterne è piuttosto limitata e le sensazioni immediate riguardano, ad esempio, la sensibilità al freddo, o al caldo, il senso del gusto e quello di suzione.
Più nello specifico il gusto, essendo questo molto sviluppato, favorisce di riflesso la suzione in presenza di sapori dolci e l’annulla con sapori amari o salati.

Per quanto riguarda la vista, invece, il processo di sviluppo è molto graduale e meno immediato degli stimoli precedenti. Il neonato, infatti, inizia a distinguere strutture diverse a partire dalla seconda settimana di vita; seguendo anche macchie di luce in movimento.
Entro il primo mese è in grado di fissare un oggetto e verso i tre mesi distingue le persone a qualche metro di distanza. Fra il terzo ed il quinto mese, invece, è in grado di fissare gli oggetti seguendo un eventuale loro movimento con lo sguardo e dopo il primo anno riconosce ciò che vede.
Anche la percezione dei colori aumenta nel tempo: a sei mesi può percepire almeno un colore, mentre verso i due anni ne distinguerà almeno quattro.

Per quanto riguarda l’udito, il neonato percepisce suoni fin dalla sua nascita. Infatti, rumori forti possono turbarlo, mentre quelli lenti e ripetitivi calmarlo.
Verso i tre mesi inizia a riconoscere una voce familiare, e ad avere <> alla stessa, mentre intorno ai cinque mesi è in grado di riconoscere la direzione di un suono.
Già a nove inizia ad apprendere alcune parole rafforzando sempre più questa capacità che gli aprirà la strada verso il mondo del linguaggio.

Dunque, nel periodo successivo alla nascita e fino ad almeno i sei anni d’età il bambino è coinvolto in un processo di sviluppo costante che si estende e relaziona a tutti gli ambiti percettivi.
Conoscere le varie fasi può essere importante per accompagnarlo nella crescita.

Articolo a cura di Ilaria Genovesi

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