Pazienti split brain

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Con “split brain” – che letteralmente significa “cervello diviso” -si intende il risultato della resezione del corpo calloso, ovvero quella struttura nervosa deputata alla connessione dei due emisferi cerebrali, destro e sinistro, e che fa sì che questi possano comunicare tra di loro e scambiarsi le informazioni. Si tratta di una procedura radicale di neurochirurgia, eseguita per la prima volta negli anni ’40 dal premio Nobel Sperry e Gazzaniga per alleviare le forme più gravi di epilessia.

Lo studio di questo tipo di pazienti ha dato molto alle neuroscienze cognitive e ha permesso di mettere in risalto le differenze tra i due emisferi, mostrando come l’emisfero sinistro abbia il ruolo guida per l’elaborazione della parola e del linguaggio mentre l’emisfero destro sia specializzato nel trattamento dello spazio e nel riconoscimento dei visi.

Il primo paziente di Sperry e Gazzaniga fu un uomo conosciuto come W.J., un ex-paracadutista della Seconda guerra mondiale i cui attacchi epilettici erano cominciati dopo che un soldato tedesco lo aveva colpito alla testa con il calcio del fucile. Dopo l’operazione, Gazzaniga condusse un esperimento in cui chiedeva a da W.J. di premere un pulsante ogni volta che vedeva un’immagine (come lettere dell’alfabeto, lampi di luce e altri stimoli) o nella parte sinistra o nella parte destra del suo campo visivo. Dal momento che l’elaborazione del campo visivo sinistro avviene nell’emisfero destro, e viceversa, presentando brevissime immagini all’uno o all’altro dei due lati si trasmettono le informazioni solo all’emisfero voluto. Con gli stimoli presentati all’emisfero sinistro, W.J. non mostrava nessuna stranezza; premeva il pulsante e diceva agli scienziati quel che vedeva. Con l’emisfero destro, W.J. diceva di non vedere nulla, ma la sua mano sinistra premeva regolarmente il pulsante ogni volta che compariva un’immagine. «Né la destra né la sinistra sapevano quel che stava facendo l’altra parte», dice Gazzaniga. W.J. sembrava avere “due cervelli” che lavoravano indipendentemente l’uno dall’altro, senza riconoscersi.

Fonte: pagina Instagram “obiettivoscienza”

Articolo a cura di Rosario Cassaniti

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