FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE DAL 22 SETTEMBRE ALL’8 OTTOBRE SUL TEMA DELLA TRASFORMAZIONE DELL’ITALIA E DELL’EUROPA

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Indispensabile che il nostro Paese faccia propria l’impostazione che lega resilienza e sostenibilità che sono alla base della politica europea del prossimo futuro.

L’evento “Dalla crisi alla ripresa: trasformare l’Europa e l’Italia nel segno dello sviluppo sostenibile” ha aperto ieri la quarta edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile organizzato dall’ASviS, l’Alleanzanata nel 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,  e che si svolge in contemporanea con l’Assemblea Generale dell’Onu, che il 25 settembre celebrerà i cinque anni dalla firma dell’Agenda 2030.

L’Agenda 2030 è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, ed  ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile   (o Goals) in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030, con alcune tappe intermedie previste già nel 2020.

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, attraverso le oltre 600 manifestazioni, in presenza e on line, in Italia ed all’estero, che si terranno fino al prossimo 8 ottobre intende offrire un momento di riflessione su come assicurare un vero rilancio che renda l’Italia più sostenibile e resiliente, attraverso un piano strategico che allinei le politiche nazionali alle priorità recentemente lanciate dalla Commissione Europea.

Proprio in questi giorni   il Governo ha trasmesso alle Camere la proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) approvate, nei suoi contenuti essenziali, dal Comitato interministeriale per gli affari europei del 9 settembre scorso, in coordinamento con tutti i Ministeri e le rappresentanze delle Regioni e degli Enti locali. Un documento che rappresenta l’occasione non solo per definire politiche coerenti nella direzione della sostenibilità economica, sociale e ambientale, ma anche per dotarsi di istituzioni in grado di programmare il futuro del Paese a lungo termine.

Secondo Il Portavoce ASviS Enrico Giovannini: “ Occorre allineare e adottare una visione sistemica per cogliere un’occasione storica e portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile. Il PNRR deve integrare i fondi del Next Generation EU e quelli del bilancio ordinario, mobilitando le eccellenze nazionali e le forze giovani in un progetto trasformativo del sistema socioeconomico in linea con l’Agenda 2030.”

 “L’Agenda 2030 è stata adottata dalle istituzioni europee come modello di riferimento e guida per realizzare il cambiamento e fare del nostro continente l’area più sostenibile del mondo, esattamente come avevamo proposto in apertura del Festival 2019”, sottolinea il presidente ASviS Pierluigi Stefanini “E’ ora che anche l’Italia segua questa visione in modo sistematico e dia risposte concrete alle preoccupazioni della popolazione. Sono passati già cinque anni dalla sottoscrizione dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi e ora che tutti parlano di sostenibilità – istituzioni, imprese, organizzazioni della società civile – è arrivato il momento di realizzarla, anche grazie ai fondi europei, che forniscono una spinta senza pari in questa direzione”.

La pandemia da Covid-19 ha mostrato la fragilità dei nostri sistemi economici, sociali e istituzionali davanti a shock globali. La crisi, inizialmente sanitaria, ha avuto ripercussioni gravi e inedite sull’economia, sulla società, sull’occupazione, sui trasporti, sul mondo dell’intrattenimento e sul modo in cui concepiamo gli spazi condivisi. Una crisi che avrà, in particolare, tra le sue “vittime” predestinate i giovani, quei tantissimi giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro, né nella formazione.

Ha mostrato le vulnerabilità sistemiche a cui le nostre società sono esposte. La ripresa da questa crisi ha richiesto e continua a richiedere risposte che rinforzino la resilienza trasformativa dell’economia, della società e delle istituzioni, per “rimbalzare in avanti” sulla scorta delle lezioni apprese. Inoltre, è stata evidenziata la necessità di adottare politiche che rendano sostenibili nel lungo termine i sistemi socioeconomici, garantendo un adeguato equilibrio tra le necessità economiche e sociali e la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi.

La risposta europea alla crisi è stata caratterizzata da decisioni senza precedenti, nella linea a favore dello sviluppo sostenibile tracciata nell’estate del 2019 dalla neoeletta Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la quale ha affidato a ciascun Commissario il compito di conseguire gli Obiettivi dell’Agenda 2030 secondo le proprie competenze. Questo impegno si è concretizzato nel piano “Next Generation EU”, basato su un ambizioso piano di transizione ecologica che riafferma la volontà dell’UE di rimanere l’area più sostenibile del pianeta e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, garantendo allo stesso tempo crescita economica e occupazione dignitosa, senza lasciare nessuno indietro.

“L’impostazione che lega resilienza e sostenibilità, come definita dall’Agenda 2030 e dalle recenti linee programmatiche dell’Unione europea, deve essere recepita nel Piano che il governo sta preparando”, precisa ancora Enrico Giovannini. “Ma pensare che la trasformazione del nostro Paese possa essere realizzata usando solo le risorse del Next Generation EU sarebbe un errore. Ad esempio, tagliare le emissioni di gas climalteranti del 55% rispetto al 1990 entro il 2030 richiederà forti investimenti e i 77 miliardi del fondo Next Generation EU che dovranno essere destinati alla lotta alla crisi climatica non saranno sufficienti. Per questo, e per evitare che venga bocciato, è indispensabile che il Piano nazionale sia coerente con le politiche finanziate con fondi nazionali, come previsto dalle linee guida fornite pochi giorni fa dalla Commissione Ue. Obiettivi strategici approvati dalle istituzioni europee nel 2019, Semestre europeo, Piani Nazionali Integrati Energia e Clima, Foresight strategico, Next Generation EU, Piani nazionali di ripresa e resilienza sono i tasselli costruiti negli ultimi dodici mesi per far fare all’Unione e agli Stati membri un salto di proporzioni storiche nella direzione dello sviluppo sostenibile e per rispondere alle sfide del XXI secolo”.

Articolo a cura di Giorgio Pedrazzi

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