CISL,70 anni di conquiste sindacali

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La Nascita della Cisl

Alla fine della Grande Guerra (’14-’18), il sindacato in Italia è totalmente controllato dai partiti. Le adesioni ai sindacati sono in continuo aumento, ma aumenta anche la diaspora sindacale. Con la nascita del fascismo e dei cosiddetti “partiti di massa”, favoriti dallo spirito nazionalista, alcuni gruppi massimalisti confluiscono in piccoli sindacati, che in parte coincidono nei nascenti sindacati fascisti. Al contempo, i cattolici fondano la Cil (Confederazione Italiana dei Lavoratori), di cui Achille Grandi proclama l’autonomia. In questa fase prevale un sindacalismo rivoluzionario, che assume a riferimento la rivoluzione russa del 1917. All’interno delle fabbriche prevale il controllo politico, atteggiamento tradotto con la frase “dalla fabbrica allo Stato”. Il suo fallimento, apre però la strada al fascismo.

Con l’avvento del fascismo e, in particolare, con i Patti di Palazzo Chigi del 1923 e di Palazzo Vidoni del 1925, si sancisce l’ammissibilità di una sola organizzazione sindacale, quella fascista. Con la caduta del fascismo, in un’epoca di ricostruzione, si ricostituiscono i sindacati sotto il controllo dei partiti democratici (socialista, comunista e democristiano), i quali avevano guidato la resistenza al nazifascismo. In tal senso, grazie al Patto di Roma del 1944, si decide di costituire un sindacato unitario, la Cgil (Confederazione generale italiana dei lavoratori), che viene affidata ad esponenti politici come Di Vittorio, Buozzi e Grandi. Il controllo dei partiti è tuttavia deleterio per l’autonomia sindacale: nascono in quest’epoca le correnti di partito, le quali gettano le basi per una divisione interna al sindacato. ‘PCI (Partito Comunista Italiano) e PSI (Partito Socialista Italiano) escono dal Governo e spingono la Cgil a un atteggiamento ancora più conflittuale e politico. Tra il 1947 e il 1948 i punti di scontro all’interno della Cgil diventano irreversibili. Essi vertono su tre grandi temi: collocazione internazionale, politica salariale e uso politico dello sciopero. L’attentato a Palmiro Togliatti del 1948, leader del PCI, dà il via allo sciopero proclamato dalla componente socialcomunista.

La corrente cristiana constata che l’esperienza unitaria, priva di autonomia, è finita. Il 17 ottobre 1948 nasce la LCgil (Libera Confederazione generale italiana dei lavoratori). Nel giugno del 1949 anche le correnti socialdemocratica e repubblicana lasciano la Cgil, costituendo la Fil (Federazione italiana del lavoro). In questa fase LCgil, Fil e sindacati autonomi cominciano a riprendere i contatti per la riunificazione. Nasce così, il 30 aprile 1950, la Cisl, grazie alla confluenza della Libera Cgil (LCgil), di parte della Fil e di alcuni sindacati autonomi del settore dei servizi pubblici e privati. Giulio Pastore (ex segretario generale della LCgil) è il primo segretario generale

Il crollo del sistema comunista, in seguito, ha dato ragione alla Cisl, ma soprattutto ha confermato la validità delle sue idee ispirate dal cattolicesimo democratico e dal riformismo laico. Ancora oggi l’identità della Cisl s’impernia sull’autonomia del sindacato, sempre difesa, rispetto ai partiti politici e alle istituzioni. I valori tramandati dai padri fondatori della Cisl, di Giulio Pastore e Mario Romani, sono ancora oggi valori della cultura democratica e della civiltà del Paese.

La CISL oggi

È il sindacato dell’autonomia, dell’associazione, della contrattazione. Autonomia, Associazione, Contrattazione sono i tre principi base da cui la Cisl non si è mai staccata.

Autonomia: cioè indipendenza e progetto proprio. Si tratta della capacità di determinare i propri obiettivi, le vie e i mezzi per raggiungerli in piena indipendenza da qualsiasi condizionamento e da qualsiasi centro di potere privato o pubblico. Autonomia, quindi, dal padronato, dai partiti politici, dal Governo, dallo Stato.

Associazione: il sindacato è un’organizzazione che nasce per libera volontà dei lavoratori, è composto da questi stessi lavoratori, può rappresentare di fatto anche gli altri, ma questi non hanno diritto a determinare la vita e gli orientamenti del sindacato. Questo vuol dire che la Cisl non è né istituzione statale, né indistinto movimento; che il sindacato non sta fuori dai luoghi di lavoro ma dentro; che la democrazia sindacale ha dei referenti, delle regole, è delegata, si basa sul mandato dai rappresentanti ai rappresentati.

Contrattazione: a essa il sindacato affida il compito fondamentale e primario di migliorare, in continuità, le condizioni economiche e professionali dei lavoratori. Quello contrattuale è il metodo che la Cisl ritiene nettamente superiore agli altri, alla tutela legislativa o al mutamento di prospettive politiche generali, perché impegna direttamente i lavoratori e le loro organizzazioni, perché dà concretezza e dinamismo al conflitto di interessi e lo conduce nell’alveo dei processi democratici.

Ed è grazie a questi tre capisaldi che la Cisl è passata indenne ai tanti cambiamenti sociali, politici, economici e istituzionali che hanno caratterizzato il nostro Paese e che oggi con i suoi 4 milioni e mezzo di iscritti è uno dei più grandi sindacati italiani.

E’ questa la storia della Cisl: una storia che unisce, fatta di uomini e donne, di giovani e pensionati che senza preclusioni con alcuno schieramento cerca di dialogare e contrattare con tutti gli interlocutori, cogliendo sempre le positività dei cambiamenti, la globalizzazione, le spinte alla partecipazione e al decentramento e rilanciando la dimensione autonoma del lavoro, i valori della solidarietà e dell’accoglienza nel rispetto dei propri valori fondativi.

Il messaggio di auguri arriva dalla leader della Cisl, Annamaria Furlan, che con una lunga lettera ha ringraziato tutte quelle persone che hanno contributo alla storia della Cisl, ma sopratutto a tutte quelle persone che ogni giorno sono in prima linea, sopratutto in questo periodo di emergenza

Auguri Cisl: 70 anni ben portati.

Articolo a cura di Marco Luppi

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