Agnosia

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L’agnosia è un disturbo neuropsicologico che compromette il riconoscimento percettivo di persone, oggetti, suoni o parti del proprio corpo; in particolare, la difficoltà nel riconoscimento è limitata ad una sola modalità sensoriale (vista, udito, tatto, olfatto, gusto) e quindi non riconducibile ad un deficit del relativo organo di senso. Nell’agnosia non vi è quindi nessuna alterazione della coscienza né tantomeno un deficit dell’intelligenza.

Fu Freud a proporre di sostituire il termine ‘asimbolia’ con quello di ‘agnosia’: la distinzione tra i due termini consiste nel fatto che l’asimbolia viene definito come il disturbo nell’uso dei simboli già costituiti mentre l’agnosia riguarda il disturbo nella formazione del simbolo a partire dai dati sensoriali. Esistono diverse forme di agnosia, tanti quanti sono gli organi di senso. 

Il soggetto che soffre di agnosia visiva può non essere in grado di riconoscere il disegno di un oggetto o una versione reale dell’oggetto stesso; nonostante ciò manipolandolo anche ad occhi chiusi riuscirà a riconoscerlo ugualmente perché il disturbo non intacca l’informazione concettuale. Un tipo di agnosia visiva è l’agnosia associativa, disturbo che riguarda l’incapacità di riconoscere gli oggetti dovuta a disturbi nell’analisi strutturale, semantica e funzionale degli oggetti.

L’agnosia tattile, conosciuta anche come astereognosia, viene definita come l’incapacità di riconoscere gli oggetti con il tatto senza usare la vista. Per diagnosticarne la presenza, si invita il paziente (che durante l’esame terrà gli occhi chiusi) a riconoscere un oggetto che gli viene messo in mano. Questo disturbo viene diagnosticato quando sono presenti lesioni cerebrali a livello parietale.

L’agnosia uditiva si riferisce all’assenza di riconoscimenti di suoni in assenza di sordità. Le lesioni che provocano questo tipo di agnosia sono lesioni bilaterali delle aree associative acustiche in regioni posteriori del cervello.

Infine l’asomatoagnosia è quel tipo di agnosia che riguarda la sfera dello schema corporeo. Quest’ultimo è la rappresentazione mentale che ogni individuo ha del proprio corpo: è grazie a questa rappresentazione mentale che, anche se fossimo in pieno buio, sappiamo dire la posizione del nostro corpo e delle sue parti in rapporto allo spazio.

Articolo a cura di Rosario Cassaniti

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